CONTEXTERE
A CURA DI GIUSI CANZONIERI
TESTO CRITICO DI LORI ADRAGNA leggi
Museo Civico Archeologico, Anzio
Non è un semplice contenitore, il museo, ma un laboratorio delle idee e della creatività, spazio dinamico, aperto al reale scambio tra passato e presente. Nasce così l’idea di accostare ai reperti dell’antica Antium, le opere d’arte contemporanea di Emanuela Lena… prosegui la lettura
WHITELIST & BLACKLIST
A CURA DI LORI ADRAGNA E MARIA ARCIDIACONO
TESTO CRITICO DI MARIA ARCIDIACONO leggi
Bibliothè Contemporary Art Gallery, Roma
“In informatica la whitelist identifica la lista di utenti cui è concesso di accedere ad una determinata risorsa o programma o sito web, mentre la blacklist ne impedisce l’accesso. Così, attraverso le loro opere, gli artisti abilitano a varcare le soglie dell’ultrasensibile, registrando nello stesso tempo le pieghe oscure che rendono difficile individuarne la via. Emanuela Lena, con un lavoro di torsione e aggancio, traccia e scolpisce la sua
ricerca spasmodica… prosegui la lettura
CONTEXTURES BLANCHES
A CURA DI VITTORIA BIASI
Vera Amsellem Galerie, Parigi
Il bianco, inspiegabile richiamo verso un’idea di origine, congiunge gli animi lungo un filo di unione e di riguardosa distanza, come il senso di un’antica preghiera, che, attraversando il tempo e salendo verso il cielo, crea lo spazio mentale di tempo comune. L’unione e la distanza sono le polarità del medesimo processo, che ha la centralità nell’idea, nel progetto di costruzione, di nascita. Piero Manzoni scriveva “Senza mito non si dà arte. […] Consumato il gesto l’opera diventa dunque il documento di un fatto artistico.” In tal senso il bianco e la contexture di Emanuela Lena sono il linguaggio sintetico, epigrafico sulle orme ideologiche delle seconde avanguardie… prosegui la lettura
CONTEXTERE
Emanuela Lena e gli altri
SIMONETTA LUX in colloquio con l’artista
Galleria Il Sole Arte Contemporanea
Il bianco delle più recenti opere di Emanuela Lena non è il bianco degli achromes, che sono ormai cinquanta anni, ci facevano sentire sull’orlo del nulla: automatico essere, divenire.
Né le strutture di Lena sono quella strutturalità che veniva proposta come alternativa compositiva individuale liberata dallo standard spersonalizzato, dalla strutturalità industriale imposta nella nascente e poi pervadente società dei consumi.
Anche se artista autodidatta e autoreferenziale, Emanuela Lena incarna un cambio di marcia avvenuto nella storia recente dell’arte e nei processi di costruzione dell’immaginario: svelamento dell’impercettibile e del nascosto del reale, qui processo di svelamento/nascondimento tutto rivolto dentro se stessa e dentro il suo pensiero del mondo che ha sperimentato problematicamente.
Il processo di costruzione del quadro-oggetto, con l’uso del bianco, con l’annodamento del lenzuolo ormai irriconoscibile nelle torsioni, è lento, imprigionante, alla fine, un aggetto architettonico che fa di questi quadri un oggetto scultoreo… leggi il catalogo della mostra CONTEXTERE
IN LIMINE
MOSTRA E CATALOGO A CURA DI MANUELA ANNIBALI
Galleria Il Sole Arte Contemporanea
Con questa mostra, dalla lunga genesi, Emanuela Lena apre la soglia personalissima sulle sue visioni essenziali, scoprendosi attratta dalla materia e da un linguaggio severo, rigoroso e atemporale. L’intero percorso del progetto espositivo si gioca sulle coordinate della materia e del segno.
In‐limine per l’artista significa restare nei confini riparati delle proprie certezze, mostrarceli segnandoli, ma coraggiosamente, per contro, significa anche spingersi oltre le barriere, andare all’estremo, per incontrare la propria immagine nelle superfici sofferte dei suoi lavori.
La sua è un’arte che non nasconde certo un debito con la grande stagione dell’informale europeo ‐ penso a Burri, a Fautrier, a Dubuffet, anche a Manzoni ‐, ma, da autodidatta, questa è la strada che conosce e che percorre con la convinzione che la materia è insieme messaggio e contenuto dell’opera d’arte… prosegui la lettura
VULTUS/VULNUS
TESTO CRITICO A CURA DI ALESSANDRO CREMONA
Roma, Firenze
Volto, espressione, sguardo, ma anche metonimia per immagine, ritratto.
Di questo ritratto non ci sono fattezze riconoscibili, non si ritrae nessuno in particolare perché la fisionomia s’è già ritratta. (‘se re-trahere’ = tirarsi indietro, tirarsi fuori). Restano solo le ferite.
L’uomo contemporaneo vagheggia l’individualità, la distinzione, ma sempre più è spinto e condotto dal mass-mercato all’indistinzione o alla troppa distinzione, il che equivale ad azzerare il distinto. Così il volto è senza volto: unico ritratto, unica distinzione, sono le ferite di cui l’immagine è costituita, che emergono dalla materia, come gesti fatico¬samente riconquistati. La materia stessa si struttura in ferita, si presenta in nudità facendo il vuoto intorno a sé… prosegui la lettura
NULLA DI INERTE
A CURA DI FRANCESCA VITALE
TESTO CRITICO DEL CATALOGO DI SILVIA LAGORIO
ARTEMIDE EDIZIONI
Libreria Odradek, Roma
Le opere di Emanuela Lena non fanno rumore e dicono allo sguardo di non bastare, di rinunciare alla propria arroganza. Richiamano e impongono un rispetto e persino un silenzio di ascolto: queste opere sono infatti la scena sulla quale oggetti anonimi, non più utili o caduti nell’oblio, affermano una presenza.
Pietre che parlano – pietre che cantano.
La scena è stata meticolosamente preparata e fa parte dei personaggi così come essi fanno parte di lei e nessuno ne è protagonista. Questo è un dato estremamente rilevante: nulla può essere incorniciato o prescelto nel campo. Scena e personaggi esistono dunque insieme, unitamente: quando sembra che compaia un primo attore è un funambolo così leggero da poter essere distintamente percepito soltanto nella sua evanescenza o un sottile omino approdato come un pezzo di legno sulla scena… prosegui la lettura
OPERE
SALA DI SANTA RITA, ROMA
Il percorso di Lena prende avvio dal contatto con la materia, col lavoro sulla creta. Dal 1996, pur continuando a dedicarsi alla modellazione in gesso e in creta, dopo aver pazientemente raccolto e custodito frammenti di cose obsolete o trasformate dalla natura e dal tempo (ferro corroso, sassi levigati dal mare, legno marcito dall’acqua e poi essiccato dal sole, relitti di materiali artificiali abbandonati alle intemperie), orienta la sua ricerca verso una “pittura materica” che accoglie in sé l’idea del fare scultoreo… prosegui la lettura